giovedì 8 marzo 2012


IL CORAGGIO DEL DOLORE

Avevamo pensato di celebrare  la Giornata Internazionale della Donna attraverso le immagini di un film che ci aveva incuriosito. Il film di cui vovelavamo parlarvi è "E ora dove andiamo?" di Nadine Labaki che qualche anno fa ci aveva già emozionato con "Caramel" - uno sguardo sul mondo femminile all'interno di un salone di bellezza di Beirut tra cerette al caramello ( da cui il titolo) e confessioni. Questa volta la Labaki ci parla di guerra, di religione, di odio e violenza attraverso lo sguardo delle donne di un villaggio libanese per metà cattolico e per metà musulmano, della loro capacità  di tentare l'impossibile per impedire che l'odio e la violenza divampi tra i loro uomini.
 Al cinema ci siamo andati, il film l'abbiamo visto ed amato dai primi intensi fotogrammi, però non abbiamo realizzato la nostra idea, ovvero quella  di una chiaccherata a due voci -una maschile ed una femminile- sulle sensazioni che il film ci ha dato. Non l'abbiamo fatto per l'intesità del tema trattato. Vogliamo però al contempo omaggiare le donne rappresentate in  questo film ricordarle proprio in questa data, rispettare il loro dolore ma allo stesso tempo ringraziarle per il loro impegno silenzioso, creativo, costante nel combattere una cultura che insegna  loro  a reprimere i propri sentimenti tanto da esplodere nei loro bisogni impliciti di fratellanza. Oggi è il giorno delle donne che scelgono e le donne di questo film ci costringono ad una scelta, quella da che parte stare per sapere dove andare.


domenica 4 marzo 2012

DONNE E MERCATO DEL LAVORO - LE PROPOSTE DEL MINISTRO FORNERO
Nel precedente post antipavamo le dichiarazioni del Ministro Fornero circa la possibilità che un intero capitolo della riforma del mercato del lavoro potesse riguardare le donne, oggi vorremmo cercare di mettere a fuoco la situazione, dati alla mano, sulla condizione lavorativa femminile e le reali proposte che il ministro paventa.  
Elsa Fornero Ministrodel Lavoro e delle Politiche sociali
Non è del tutto inopportuno dire che le donne sono sempre più a margini del mercato del lavoro. Meno di una donna su due lavora, l'occupazione femminile è diminuta nel biennio 2008-2010 di 103 mila unità, inoltre ad aggravare la situazione vi è  il nuovo dato circa le tipologie contrattualistiche; la percentuale di donne che risulta essere occupata in lavori precari e per più tempo è maggiore rispetto a quella che riguarda gli uomini (dati Istat www.istat.it). Non ci dilunghiamo oltre nella presentazione dei dati consultabili comunque sul sito dell'ISTAT. Quello che invece vorremmo evidenziare è il preocuppante dato che riguarda il tasso di inattività delle donne tra i più alti a livello europeo, aumenta quindi la percentuale di donne in età attiva che si autoesclude dal mercato del lavoro, dato questo che andrebbe letto probabilmente in relazione alla mancanza di un reale investimento in  politiche familiari.
Se questo è il quadro di massima della condizione lavorativa femminile, le proposte del Ministro si riassumo sostanzialmnente in revisione degli ammortizzatori sociali, e flessibilità "buona". Proprio questa mattina il Ministro ha inviato una lettera aperta al quotidiano la "La stampa" nella quale scrive "Per realizzare un mercato del lavoro dinamico, capace di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, è necessario ripristinare la coerenza, adeguando il sistema di ammortizzatori e riconducendo, nel contempo, la necessaria flessibilità del lavoro, senza trasformarla in precarietà. (...) Un mercato del lavoro dinamico, con flessibilità più equamente distribuita e adeguatamente remunerata e con ammortizzatori universalistici rappresenta un ingrediente essenziale di una ricetta più complessa per rimediare alle debolezze strutturali del Paese".  
Il Ministro inoltre ha dichiarato che la riforma, pur rappresentando un elemento essenziale per colmare le debolezze strutturali del paese non è sufficiente a garantire benessere. La Fornero inoltre prevede anche un maggiore impegno degli strumenti esistenti come il Fondo Sociale Europeo. Il FSE fa parte dei Fondi strutturali  dell'UE, volto ad incentivare la coesione sociale ed economica negli Stati Membri si dedica alla promozione dell'occupazione di questi. Per maggiori in formazioni vi invitiamo a consultare il sito del Fondo Sociale Europeo.
I problemi appaiono dunque molteplici e le soluzioni, prima che il sistema- mercato del lavoro- colassi, vanno prese in fretta ma è necessario il consenso delle parti sociali. Non possiamo prevedere se il Ministro riuscirà a presentare la riforma in Parlamento entro marzo ma ci auguriamo che quella che verrà presentata sarà presa in accrodi con tutte le parti sociali e che vengano prese le opportune misure per lavorizzare la donna nel mercato del lavoro.
FONTE; La Stampa