lunedì 19 novembre 2012

Parla con Lui. Tra violenza fisica e psicologica




Ci si interroga spesso sul significato della violenza, sulle conseguenze generate dai traumi di chi la violenza la subisce. Cosa spinge l’aguzzino a ricorrerne? Quali sono le sue ragioni? Gli studi e i professionisti che analizzano la questione sono in grado di arrivare alle origini del male, capirne le connessioni e gli sviluppi, ma come ovvio, non sono in grado di fornire una ragione plausibile che giustifichi l’atto violento. Ne resta la spina più grande e più dolorosa: il risentimento della vittima. Come a dire che la violenza genera nient’altro che altra violenza, quella implicita, repressa e pericolosa, quella verso se stessi. Così ad iniziare un vortice di autodistruzione in cui il dolore diviene l’unico canale di comunicazione ammissibile. Inutile negare che spesso la violenza nasce nelle quattro mura di casa. Un partner, un compagno o un marito violento. Dicevamo, cosa si cela dietro il ricorso alla violenza, quali sono i pensieri che inducono un uomo all'uso della forza fisica come valore per l’affermazione di sé? Abbiamo rispolverato un bel documentario di Elisabetta Francia e Caterina Serra dal titolo “Parla con lui” realizzato con il sostegno del Ministero delle Pari Opportunità e della Provincia di Milano, che oltrepassa la barriera dando voce al carnefice. Ne ribalta la prospettiva arrivando all’unica conclusione possibile e cioè che la violenza non è forza ma paura. Si potrebbe dire di assistere quasi ad una sorta di catarsi in diretta, spesso inconsapevole. Il quadro che ne viene fuori è spesso quello classico  degli scenari di questo tipo; uomini deboli, il più delle volte disorientati e privi degli strumenti necessari ad affrontare i cambiamenti della società moderna, incapaci quindi di trovare il proprio posto e permettere agli altri di trovare il loro all’interno di qualsiasi rapporto sociale, compreso soprattutto quello di coppia. Ma è interessante anche vedere come le nuove generazioni si rapportano al tema; il documentario ci suggerisce di fare attenzione ad un campanello dall’allarme: i media. La televisione, la pubblicità, Internet spesso forniscono dei modelli di genere alterati, lo sappiamo tutti. Ma come interpretano le nuove generazioni questi segnali, queste immagini di situazioni distorte? Quello che è certo è che adesso come in passato si assiste ancora all’incapacità di gestire le proprie necessità in un’ottica paritaria, da parte di entrambi i sessi.  
 Sensibile al  tema della violenza psicologica e non, il Codici ha organizzato un workshop dal titolo “Stalking, repressione del fenomeno tra associazionismo, prassi giudiziaria a valutazioni psicopatologiche” che si terrà il 24 Novembre  nell’Aula Falcone Borsellino del Palazzo di Giustizia di Rimini alle ore 09:00. A breve il programma.

 

Nessun commento:

Posta un commento